NEWSLETTER n. 38 del 26 febbraio 2025

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Anche ieri sono andato al “nostro Villaggio”, una porzione di un villaggio-camping di Roma. Attualmente vi alloggiano, grazie al supporto dell’Associazione, 49 ospiti, 49 persone che altrimenti non saprebbero dove stare né come vivere.Il Villaggio è ben lontano dall’essere un hotel stellato, ma offre semplici comfort e una sua dignità.Tutti gli ospiti si prendono cura del decoro degli spazi esterni e, quasi sempre, anche di quelli interni. Tuttavia, dati gli spazi ridotti e la necessaria convivenza tra tre persone, non è sempre facile mantenere l’ordine. Ciononostante, più di qualcuno ci riesce, e anche molto bene.
Ieri l’ho constatato di persona. Nel pomeriggio ho trascorso una mezz’ora in alcune case mobili, tutte abitate da tre persone ciascuna. Insieme ai loro occupanti, abbiamo piacevolmente bevuto un tè e mangiato degli ottimi pasticcini, facendo “salotto”, proprio come quando si invitano gli amici a casa. Certo, nella semplicità e spartanità delle strutture, ma con tanto calore, sia ambientale che umano.

Abbiamo parlato liberamente di noi, dei nostri progetti e delle nostre difficoltà, come si fa in queste circostanze. Inoltre, abbiamo cercato di capire cosa e come progettare per raggiungere un obiettivo fondamentale per ciascuno: lasciare il Villaggio avendo riacquisito la propria autonomia e dignità.
F., dopo aver scaldato l’acqua per il tè di tutti, mi ha parlato con entusiasmo del corso che sta seguendo per diventare OSS. Non la vedevo così motivata da tanto tempo. Era soddisfatta delle prove simulate svolte in aula e impaziente di mettersi alla prova nel mondo reale, una volta iniziato il tirocinio.A. aveva una fastidiosa bronchite, così gli ho dato uno sciroppo, ma nonostante il malessere ha discusso con D. di alcune importanti questioni burocratiche. Spesso, chi si trova in questa situazione si sente bloccato da ostacoli amministrativi, ma l’aiuto della nostra assistente sociale è prezioso per superarli.M. e A. avevano iniziato la loro convivenza, seppur “forzata”, come grandi amiche, ma un episodio ha incrinato il loro buon rapporto. Abbiamo quindi parlato di quanto sia importante, per tutti, coltivare la solidarietà e sostenersi a vicenda in questo percorso di transizione vissuto al Villaggio.M. era molto felice: in settimana inizierà a lavorare. Per lei è un sogno che si avvera, un passo fondamentale nel suo cammino, difficile ma ora carico di speranza.A., invece, era sola. Il suo compagno, T., ha perso il lavoro e non è stato pagato per due mesi. Tuttavia, confidano nell’aiuto della nostra avvocata volontaria per ottenere ciò che gli spetta. Nel frattempo, per guadagnare qualcosa, si è adattato a fare volantinaggio e quindi, in quel momento, era… al lavoro.
N., da perfetto padrone di casa, ha preparato il tè con cura e precisione, mentre A. e G. discutevano di alcuni “problemi relazionali” avvenuti il giorno prima al Villaggio (del resto, non è tutto rose e fiori, anzi…). A. è ancora giovane e fatica un po’ a vivere in modo indipendente, ma gli altri due gli fanno da fratello maggiore e da padre.N. è un gran lavoratore, nonostante l’età non più giovanissima, ed è la componente “saggia” della loro casa mobile. G., invece, non parla molto e a volte affida troppo il suo futuro a speranze e attese, perdendo di vista la concretezza necessaria per il suo percorso. Tuttavia, è sempre determinato a cercare caparbiamente una nuova strada.Con C. e L. abbiamo parlato a lungo dei supporti di counseling e psicologici offerti dai volontari dell’Associazione, di cui sentono un grande bisogno, vista la complessità dei problemi che si portano dietro.Dopo che C. ha preparato il tè per tutti, abbiamo festeggiato S., che la prossima settimana lascerà il Villaggio per intraprendere un nuovo percorso, più adatto alle sue esigenze. Si tratta di un’opportunità professionale che aspettava da tempo e che ora, finalmente, si realizza.
Tante sensazioni e riflessioni si sono accavallate vivendo questi momenti accanto ai nostri Amici, gomito a gomito, conversando amabilmente, proprio come si fa nei salotti delle nostre case. È giusto che ciò avvenga anche nel piccolo ambiente comune di ogni casa mobile del “Villaggio”.Questa è la nostra esperienza umana, fatta di tante frustrazioni, preoccupazioni e difficoltà, un po’ come accade nei nostri palazzi e nei nostri paesi. Con una differenza fondamentale: qui c’è il desiderio di non fermarsi, di non “bivaccare”, ma di camminare con determinazione verso un obiettivo. Un obiettivo che ciascuno si prefigge nel proprio percorso e che viene costantemente supportato e monitorato insieme ai Tutor volontari dell’Associazione, affinché nessuno si senta solo.Almeno, questo è ciò che proviamo a fare e che desideriamo fortemente per ognuno dei nostri Amici che vive al “Villaggio”.24 febbraio 2025
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