
Anche ieri sono andato al ‘nostro Villaggio’, una porzione di un Villaggio-Camping di Roma.
Ci alloggiano attualmente, facilitati in questo dall’Associazione, 49 ospiti, 49 persone che altrimenti non saprebbero dove stare e come stare.
Il Villaggio è ben lungi dall’essere un hotel stellato, ma ha i suoi semplici comfort ed una sua dignità.
Tutti gli ospiti curano il suo decoro all’esterno e, quasi sempre, anche all’interno, anche se, dati gli spazi ridotti e la necessaria convivenza di tre persone, non sempre è facile, ma più di qualcuno ci riesce ed anche molto bene.

Ieri l’ho constatato di persona. Nel pomeriggio ho trascorso una mezz’ora in alcune case mobili, tutte occupate da tre persone ciascuna, e, insieme agli ‘abitanti’ di ognuna abbiamo piacevolmente bevuto un the e mangiato degli ottimi pasticcini: abbiamo fatto ‘salotto’ come quando si invitano gli amici nelle nostre case. Certo, nella semplicità e spartanità delle strutture, ma con tanto calore ambientale e umano.
Abbiamo parlato piacevolmente e liberamente di noi, dei nostri progetti, dei nostri problemi, come si conviene in queste circostanze ed abbiamo anche cercato di capire cosa e come progettare per raggiungere il traguardo di ciascuno: l’uscire dal Villaggio avendo riacquisito la propria autonomia e la propria dignità.

F., dopo aver scaldato l’acqua per il the per tutti, mi ha parlato del corso che sta facendo per diventare OSS con un entusiasmo che non le vedevo da tanto tempo, era soddisfatta delle prove simulate che aveva fatto in aula e che farà nel reale quando comincerà il tirocinio. A. aveva una antipatica bronchite ed allora gli ho dato uno sciroppo, ma nonostante questo ha disquisito caparbiamente con D. circa problemi burocratici importanti contro i quali spesso chi è in tale situazione si blocca, ma l’aiuto della nostra Assistente Sociale è prezioso per superare questi scogli.
M. e A. avevano cominciato la loro convivenza ‘necessariamente forzata’ da grandi amiche, ma poi un episodio ha modificato questo buon rapporto. Abbiamo allora parlato del come possa essere per tutti utile solidarizzare per aiutarsi reciprocamente in questo percorso di transizione vissuto al Villaggio. M. era molto contenta perché in settimana comincerà a lavorare: per lei un sogno che si avvera, un passaggio indispensabile nel suo percorso sofferto, ma ora pieno di speranze. A. era sola, il suo compagno T. ha perso il lavoro che faceva, non è stato pagato per due mesi, ma hanno fiducia che con la nostra avvocata volontaria possa riuscire ad avere quanto di sua spettanza; nel frattempo, per guadagnare qualcosa, si è adattato a fare volantinaggio e quindi era …al lavoro.

N., da perfetto padrone di casa, ha preparato tutto per il the con molta cura e precisione, mentre A. e G. conversavano di ‘problemi relazionali’ avvenuti il giorno prima al Villaggio (ovviamente non è tutto rose e fiori, anzi…). A. è ancora giovane e fa un po’ fatica a vivere in maniera indipendente, ma gli altri due gli fanno un po’ da fratello maggiore e da padre. N. è un grande lavoratore, nonostante un’età non più giovanile ed è la componente ‘saggia’ della loro casa mobile. G. non parla molto ed a volte poggia troppo il suo futuro su speranze ed attese, perdendo un po’ di vista la concretezza necessaria per il suo percorso, ma è sempre molto impegnato a cercare caparbiamente una sua nuova strada.
Con C. e L. abbiamo molto parlato dei supporti di counseling e psicologici che vengono offerti dai Volontari dell’Associazione e dei quali loro sentono una notevole necessità, stante i tanti problemi che si portano appresso. Dopo che C. ha preparato il the per tutti, abbiamo festeggiato S. che la prossima settimana lascerà il Villaggio per un nuovo percorso più consono ai suoi problemi: un percorso più professionale che attendeva da tempo e che ora, finalmente, si realizza.

Tante sensazioni e tantissime riflessioni si sono accavallate vivendo questi spezzoni di tempo accanto ai nostri Amici, gomito a gomito, conversando amabilmente come si fa nei salotti delle nostre case e come è giusto che possa avvenire anche nel piccolo ambiente comune di ogni casa mobile del ‘Villaggio’.
Questa è la nostra esperienza umana che è fatta anche di tante frustrazioni, di tante preoccupazioni, di tante cose che non vanno, ma un po’ come avviene nei nostri palazzi e nei nostri paesi, con in più il desiderio di far sì che non ci si fermi, che non si ‘bivacchi’, ma si cammini convinti verso un obiettivo fissato dal progetto che ciascuno intende realizzare e che costantemente viene supportato e verificato insieme ai Tutor volontari dell’Associazione per non far sentire solo nessuno. Almeno questo è quello che proviamo a fare e che desideriamo fortemente per ciascuno degli Amici che alloggia la ‘Villaggio’.
24 febbraio 2025