Camminare accanto è la riflessione che emerge dalla nostra esperienza di questi ultimi mesi.
Sentire le difficoltà dettate dall’epidemia nella nostra vita ‘normale’ e ‘sentirle’, decuplicate, nella vita di chi già è in difficoltà costante.
Trovare il sorriso nelle pieghe corrucciate del viso di chi vive soffrendo, di chi è escluso, scartato, abbandonato dagli egoismi che pervadono il nostro essere di persone civili e per bene, magari solo perchè sei riuscito a dargli qualcosa di cui ognuno di noi, che vive una vita ‘normale’, direbbe, a voce forte e decisa, di averne semplicemente diritto.
Leggere un sms nel quale, tra l’altro, un Amica scrive “…comunque grazie di tutto perchè senza di Voi sarei forse morta questo inverno … tutti noi abbiamo passato brutte cose, ma per una donna è ancora più difficile … vi ringrazio per il vostro impegno ed interesse…” e capire che l’amore è l’unica arma insieme alla carità, alla solidarietà, all’impegno disinteressato per cercare di riportare a vivere chi, si e no, sopravvive.
Toccare con mano la provvidenza che, quando meno te l’aspetti e quando stanno per finire i fondi (tutti donati da chi liberamente vuole darci una mano e tutti spesi esclusivamente per i poveri) ti fa arrivare un bonifico inaspettato per favorire l’alloggio con un minimo di dignità a chi vuole provare un percorso di vita nuovo.
Sentirsi dire che anche il piccolo servizio di distribuire le cene che l’ASL ed il I Municipio ci hanno procurato è gradito e che il cibo “è buono”. Quanto è importante che il cibo sia buono, che non sia di scarto, che sia il più vicino possibile, anzi identico, a quello che ciascuno di noi desidera mangiare.
Gioire nel constatare che tutt’oggi, dal nulla che eravamo e dal poco che siamo, come per incanto venticinque Amici più poveri vivono sotto un tetto e dormono in un letto con lenzuola e coperte, con la possibilità di farsi una doccia calda e questo senza che noi possediamo nulla, ma solo facilitando con impegno e dedizione soluzioni abitative temporanee, ma rigeneratrici fisicamente e non solo fisicamente, utilissimo trampolino per cercare un rilancio personale. E darsi da fare per realizzare questo rilancio, anche seguendo i sogni di un navigatore solitario che dalla strada in cui era sprofondato, sta progettando con noi la strada per riprendere i suoi percorsi liberi, gioiosi e tempestosi allo stesso tempo (un po’ come tutti quelli di ciascuno di noi, in fondo…).
Ecco, tu che leggi, se pensi che questi nostri flash di vita vissuta abbiano un senso, dacci una mano: abbiamo bisogno di tutto e di tutti, di collaborazioni volontarie, di volontari con competenze organizzative, motivazionali, professionali di vario tipo, di sostegni economici per continuare e, ove possibile, ampliare quello che cerchiamo di fare mettendo a disposizione una parte di noi stessi.
Contattaci su facebook, per e-mail (associazione@ipoverialcentro.it), per telefono (3464790207-3246007696-3203846454), di persona (via del Mascherone, 61 negli orari di apertura).
Ti aspettiamo. I nostri Amici più poveri hanno bisogno anche di te e del tuo aiuto.
Grazie di cuore!