FRAMMENTI DI PACE
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I POVERI AL CENTRO
L’anno appena iniziato ci presenta vecchie e nuove priorità e, tra queste, l’attenzione ai poveri.
Abbiamo incontrato Francesco Maria Matricardi, presidente dell’associazione di volontariato “I poveri al centro” (www.ipoverialcentro.it), che ci ha illustrato le attività svolte in favore degli amici più bisognosi.
Quando e come è nata l’associazione “I poveri al centro”?
Siamo un gruppo di laici, poi allargatosi, che fin dal 2013 – con la nomina di don Pietro Sigurani a Rettore della Basilica di Sant’Eustachio in Campo Marzio a Roma – ha avviato, grazie al suo carisma e alla sua testimonianza, un nuovo percorso di attenzione e di servizio rivolto ai poveri al centro della città di Roma.
Alla fine del 2015 costituimmo l’Associazione “Sant’Eustachio – I Poveri al centro” con l’obiettivo dichiarato di ampliare il numero dei servizi ai poveri che nel frattempo già frequentavano il “ristorante in chiesa” avviato a Sant’Eustachio.
La nostra ferma motivazione era, ed è ancora oggi, unicamente quella di metterci al servizio dei poveri, al centro di Roma, al centro dello Stato, ma – soprattutto – mettendo i poveri al centro del nostro cuore.
Abbiamo trovato una provvidenziale collaborazione con l’Arciconfraternita dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi e, nel corso del 2017, siamo riusciti ad aprire un Centro di servizi per i poveri, “La Tua Casa al centro”, presso alcuni locali del complesso dell’Arciconfraternita stessa, sito in via del Mascherone 61 a Roma, in pieno centro storico.
Lì stiamo cercando di proseguire e ampliare quanto abbiamo fatto nostro nell’esperienza di Sant’Eustachio, che rimane comunque nel nostro cuore come un riferimento, convinti che la carità si faccia solo con la carità.
La carità a chi non ha, la facciamo solo con la carità (e con il tempo) di chi ha, senza alcun tipo di aiuto pubblico. Gratuitamente.
Perché avete scelto di non avere contributi pubblici? Riuscite a proseguire nelle vostre attività solo con le vostre forze?
La gratuità nel servire l’Amico più povero è, e vogliamo che rimanga sempre, una caratteristica fondante del nostro essere.
Mettiamo a disposizione il nostro tempo, le nostre competenze, la nostra esperienza e, ove possibile, le nostre disponibilità economiche, e chiediamo a chi desidera e condivide il nostro modo di operare, di fare altrettanto, con il solo scopo di offrire un recupero di dignità ed una riscoperta dei diritti fondamentali (ma anche dei relativi doveri) a tutti coloro che si trovano in situazioni di povertà e di emarginazione.
Fare la carità con la carità è un nostro stile; è la nostra testimonianza. Fare la carità a chi ha bisogno, contando esclusivamente sulla carità di chi ha, può e vuole.
Mettiamo quindi, ciascuno liberamente, anche i nostri soldi e chiediamo agli amici, agli amici degli amici, a chi ci capita di conoscere, di aiutarci in questo servizio. Non ci sono impegni fissi od obblighi (la stessa quota è un pro-forma), chiunque può dà qualcosa. Molti danno senza neanche dirlo, anticipando piccole spese e non chiedendo poi il rimborso alla cassa dell’Associazione.
La Provvidenza non ci ha mai abbandonati e ne abbiamo avuto prove concrete!
Che servizi riuscite a proporre?
Quest’anno abbiamo provato ad ampliare i servizi offerti agli Amici più poveri, sempre contando solo sul volontariato. In Associazione non c’è neanche alcuna forma di rimborso spese. Anche i professionisti offrono le loro competenze gratis. Sono anche loro dei volontari.
Alcuni servizi li offriamo in collaborazione con altre realtà di volontariato con le quali siamo collegati.
I servizi che offriamo sono: breve accoglienza diurna (con servizio bar); doccia (con cambio di biancheria nuova); servizio di barbiere e parrucchiere; fisioterapia (FKT); cura dei piedi (podologo); prima consulenza medica; infermeria di base; prima consulenza oculistica; esame e impostazione della cura dei denti; consulenza nutrizionistica; colloquio-ascolto; segretariato sociale; consulenza legale; consulenza psicologica; momenti di festa e cinema.
Lo scopo ultimo di quello che cerchiamo di fare non è mai l’assistenzialismo fine a sé stesso, ma il tentativo di andare oltre, offrendo la mano a chi bussa alla nostra porta se vuole provare a cambiare la sua vita, se vuole recuperare una dignità perduta.
Che collaborazioni avete con altre realtà di servizio?
Collaboriamo con altre realtà di volontariato e di carità presenti sul territorio cercando di essere complementari e non alternativi, in modo da poter offrire una gamma di servizi ampi al centro di Roma. In questo momento abbiamo quattro-cinque collaborazioni più intense, ma in alcuni casi entriamo in contatto anche sporadicamente con altre realtà del territorio che sono vicine alla nostra esperienza.
Abbiamo anche un rapporto sereno e collaborativo con il Primo Municipio di Roma, in particolare, ma non solo, con l’Assessorato ai Servizi Sociali: una collaborazione schietta e chiara, fondata su reciproca stima e reciproco rispetto, sempre e solo a vantaggio degli Amici più poveri e mai connessa ad alcun tipo di interesse da entrambe le parti.
Che numero di volontari avete avuto negli anni?
Siamo partiti, a fine 2015, in dieci. Quando abbiamo cominciato il servizio (luglio 2017) eravamo circa 25. Ora tra soci, volontari e professionisti volontari siamo quasi 80.
Che tipologia di persone si avvicina alla “Casa al centro” e come è cambiata negli anni?
Vengono persone di vario tipo. A noi non interessa la nazionalità, il sesso, il credo, la fedina penale, il modo di presentarsi; a noi interessa la Persona. Chi bussa viene sempre da situazioni di difficoltà, spesso molto grande. Ci sono padri separati che non hanno più una casa, persone che hanno perso il lavoro, persone – soprattutto donne – che hanno subito violenze, persone che hanno perso tutto, ex-carcerati, persone che la strada ha sbandato, persone con difficoltà di tipo psichico o fisico.
Che necessità presentano le persone che si rivolgono a voi?
Fondamentalmente due: alloggio e lavoro. Poi una serie di problematiche di tipo amministrativo, legale, psicologico, fisico, ecc. Ma il problema cardine è il nesso fondamentale dell’alloggio e del lavoro: senza lavoro non si riesce ad avere un alloggio appena appena decoroso e senza l’alloggio è impossibile lavorare e poi poter riposare e accudirsi.
A Roma mangiare, per i poveri, non è un problema: ci sono tante realtà generose o organizzate che sopperiscono a questa necessità primaria. Ma per l’alloggio e per il lavoro il discorso cambia e diventa gravissimo, soprattutto nel periodo invernale.
Noi non abbiamo – per il momento, poi vediamo la Provvidenza cosa ci potrà mettere a disposizione – spazi da poter offrire per il ricovero notturno e allora, oltre a cercare presso istituzioni pubbliche e private in caso di richiesta da parte dei nostri ospiti, abbiamo lanciato una campagna denominata “Milleeunanotte”: raccogliamo fondi per poter pagare delle notti in hotel a poco prezzo o in bungalow presso alcuni camping della città.
Lo scorso anno siamo riusciti a far passare il periodo più freddo al coperto a circa 25 ospiti. Speriamo di riuscire a fare almeno altrettanto quest’anno.
Per info:
associazione@ipoverialcentro.it
Facebook: iPoverialCentro
Monica Cardarelli